Biotopo dell’ Acqua Caduta di Cimano

Un sito naturalistico unico nel suo genere, caratterizzato da un corso d’acqua che ha originato due cascate  immerse in una particolarissima vegetazione tropicale.

Avvicinamento:

Provenendo da Majano, si seguono prima le indicazioni per Osoppo e successivamente per Forgaria finchè non si trova sulla sinistra l’indicazione per Cimano. Si prosegue, quindi, sulla strada che porta a Cimano fermandosi pochi metri prima del cartello che indica l’inizio del paese, in prossimità di una curva e di una fermata dell’autobus sulla destra, dove inizia Via Borgo Ceschia. Qui parte il sentiero che si addentra nel bosco e si trova anche l’unico cartello che spiega le caratteristiche del Rio dell’Acqua Caduta.

Se invece si arriva da San Daniele, biosgna oltrepassare il paese di Cimano e il cartello dell’inizio del sentiero si troverà sulla sinistra, subito dopo il cartello che indica la fine del paese.

Dislivello, tempo di percorrenza, punti di appoggio:

La passeggiata è molto breve e semplice, 15 minuti circa (solo andata), con un dislivello minimo. Nessun punto di appoggio durante il percorso.

Camminata adatta a:

Passeggiata adatta a tutti, anche ai più piccoli, data la brevità del tragitto. Non è fattibile con i passeggini.

Stagione consigliata:

Soprattutto primavera e autunno,  sconsigliata l’estate perché, dato l’ambiente molto paludoso, ci sono tantissimi moscerini e zanzare.

Itinerario:

Dal cartello presente a bordo strada, inizia il sentiero che si inoltra all’interno di una radura boschiva davvero suggestiva per la varietà e le caratteristiche della vegetazione che ricorda una foresta tropicale. Troviamo piante palmate, tigli selvatici, pioppi neri, salici, ciliegi selvatici, farnie, vari tipi di aceri…tutti alberi che prediligono proprio un habitat tropicale come questo. Anche il clima è molto umido ed il terreno è paludoso e scivoloso (vivamente consigliati, soprattutto per i bambini, stivaletti da pioggia e/o scarponcini da trekking). Si trovano anche esemplari di orchidea selvatica, un fiore che si incontra raramente.

Immersi in questa atmosfera bucolica e selvaggia, camminando lungo il rio in cui si gettano le cascate, in breve si arriva alla prima pozza d’acqua. Per raggiungere e ammirare da vicino le due cascate, è necessario oltrepassare un rigagnolo d’acqua su sassi e tronchi che ne consentono l’attraversamento. Non è complicato, l’importante è solo avere le calzature adeguate perché è inevitabile bagnarsi e infangarsi un po’. Ci si trova così al centro di un meraviglioso anfiteatro di rocce con i laghetti formati dalle due splendide cascate. Il rio che dà origine alle cascate, nasce su un rilievo ad ovest di Susans, e -dopo un breve percorso tortuoso all’altezza della confluenza con il Rio della Palude- precipita di parecchi metri nella forra. Ci troviamo davanti ad un monumento naturale vero e proprio che dovrebbe essere tutelato sia per motivi geologici (è  infatti l’unica cascata attiva nell’anfiteatro morenico), sia per i suoi caratteri naturalistici. Dopo il salto, il rio si dirige verso nord-ovest.

Per il rientro si segue lo stesso sentiero dell’andata.

 

 

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