Rifugio Lambertenghi Romanin – Lago Volaia – Valentin Torl

Da Forni Avoltri, dal centro del paese, si seguono sulla destra le indicazioni per Collina, oltrepassata la quale, dove termina la strada asfaltata, si trova il Rifugio Tolazzi (quota 1350m.), punto di partenza della nostra camminata. Ci troviamo a ridosso del gruppo montuoso del Coglians, la cima più alta del Friuli Venezia Giulia e delle Alpi Carniche.

Camminata di medio impegno, consigliata a famiglie già pratiche di montagna e a bambini allenati o che possono essere portati in zaino/marsupio. Non ci sono difficoltà particolari, nessun tratto esposto o attrezzato: il dislivello fino al rifugio è di circa 600m., ci vogliono solo fiato e buone gambe! Il passo Volaia con il suo meraviglioso omonimo lago, si trova appena oltre il rifugio. Tempo di percorrenza (solo salita) a passo di bambini, 1 ora e 50 circa.

Parcheggiata la macchina, si inizia a camminare lungo una strada bianca, inzialmente asfaltata, che sale dietro al rifugio. Dopo pochi metri, sulla destra, si stacca la strada che conduce al Rifugio Marinelli. Noi invece abbiamo continuato a camminare mantenendo la sinistra. Superati alcuni tornanti, si può scegliere se proseguire lungo la strada sterrata che sale più dolcemente fino al rifugio, oppure se percorrere il sentiero che si stacca sulla destra addentrandosi nel bosco e salendo in modo più ripido e diretto (segnavia CAI 144). Noi abbiamo scelto il sentiero, un po’ più faticoso, ma più vario e “divertente” che ci ha regalato  bellissimi scorci panoramici. Questo sentiero è denominato “Sentiero dei Cramars”, i venditori ambulanti originari della  Carnia che in passato valicavano i confini con i loro fardelli in cerca di fortuna. Questa zona, infatti, è molto interessante anche per le opere di fortificazione risalenti alla Grande Guerra, oltre che per la sua storia geologica. Il Monte Coglians, infatti, si ergeva già 400 milioni di anni fa per dominare un segmento della barriera corallina posta a guardia dell’Oceano Paleotetide non lontano dagli Urali. Le rocce di queste montagne, quindi, sono tra le più antiche presenti in Italia e nelle Alpi offrendo un vastissimo campo per la ricostruzione delle ere geologiche.

Il sentiero CAI 144 procede all’interno di un bosco di conifere salendo in maniera decisa fino a raggiungere una bella macchia di larici: qui la pendenza si smorza un po’ e il sentiero si accosta al canalone del rio Landri. Lo si attraversa facilmente seguendo i segni rossi e bianchi sui massi portandosi sul lato opposto. Si continua a salire con pendenza costante portandosi nella parte alta del vallone fino a raggiungere la vecchia casermetta della Finanza sulla sinistra. Poco oltre, trascurata sulla destra l’indicazione per il sentiero attrezzato Spinotti, si procede ancora fino a trovare una sorgente, ideale per riempire le borracce di buona acqua fresca. Ormai ci siamo, un ultimo sforzo e il Rifugio Lambertenghi-Romanin finalmente compare all’orizzonte. In pochi minuti lo si raggiunge a quota 1955m.  e , con un ultimo piccolo sforzo, si conquista il Passo Volaia (1977m.): sulla linea di confine con l’Austria esso separa  il versante italiano dalla conca che ospita l’incantevole lago Volaia. Dinnanzi a questa perla,  dalla caratteristica forma a cuore, incastonata tra il gruppo del Coglians ad est, del Monte Capolago e del Volaia ad ovest, tutta la fatica della camminata viene ampiamente ripagata. Qui, anche in piena estate, si trova refrigerio  grazie alle continue correnti di aria fresca a cui il valico è soggetto. Le acque limpide del lago non superano mai i 12° e restano ghiacciate per 6-7 mesi all’anno.

Scendendo dal passo, avvicinandosi alla parte inferiore del lago, ci si potrà rilassare godendo del silenzio di questo luogo magico. Volendo, è possibile compiere il periplo del lago (circa 30 minuti) raggiungendo la sponda opposta dove sorge il bel rifugio austriaco, il Wolayersee-hutte (abbiamo mangiato lo strudel più buono del mondo!).

Noi abbiamo trascorso la notte al Rifugio Lambertenghi: molto curato e accogliente, gestori cordiali e disponibili per ogni necessità. E’ stata una splendida esperienza, soprattutto per i bambini ( fino agli 8 anni alloggiano gratis).

L’indomani mattina, prima di scendere al Rifugio Tolazzi, ci siamo incamminati per raggiungere una nuova meta, la Valentin Torl, il Passo della Valentina alle pendici dell’imponente Monte Rauchkofel a nord del lago Volaia. Scendendo al lago, mantenendosi sul lato destro, si imbocca il sentiero che risale il solco di una valletta: si tratta del segnavia n.403 della Traversata Carnica, il bellissimo percorso in quota che si sviluppa lungo le Alpi Carniche, da San Candido in val Pusteria fino a Tarvisio. Si sale su fondo ghiaioso tra meravigliose fioriture ed estese lingue di neve che si estendono verso il lago Volaia  e persistono anche in piena estate. Splendido il contrasto cromatico tra le rocce calcaree del Coglians e quelle giallo ocra del Rauchkofel. In circa 45 minuti (dislivello 200m.) abbiamo raggiunto la forcella della Valentin Torl (quota 2138m.) dove si erge uno sperone roccioso traforato da una grande caverna di guerra. Da quassù la visuale è magnifica: l’imponente versante settentrionale del Coglians domina da  un lato mentre sull’altro versante del passo ripidissime pareti di roccia color ocra formano un paesaggio molto aspro e suggestivo. Ma la ciliegina sulla torta è stata senza dubbio l’incredibile quantità di marmotte che abbiamo avuto la fortuna di vedere anche da vicino!

Per intraprendere questa camminata sono indispensabili scarponi da trekking, cappellino (il sole a 2000m. è parecchio aggressivo) e nello zaino non possono mancare giacche antivento e maglie pesanti: anche in piena estate, infatti,  il microclima qui è molto particolare e le temperature possono essere di parecchi gradi inferiori a quelle del fondovalle.

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