Tre laghetti di origine glaciale incastonati come gemme nel meraviglioso altopiano d’Olbe e una cima super panoramica che darà molta soddisfazione anche ai camminatori più piccoli.
Avvicinamento:
Provenendo da Udine, in direzione Sappada, si supera Cima Sappada e successivamente si parcheggia l’auto nel parcheggio accanto alla chiesa dove parte la seggiovia “Sappada 2000” (costo biglietto intero a/r 10 euro, ridotto a/r 5 euro).
Dislivello, tempo di percorrenza, punti di appoggio:
Dal Rifugio Sappada 2000 (dove arriva la seggiovia) la camminata fino ai laghi è lunga circa 3 km, 200 D+ (45 minuti da tabella), CAI 140.
Dai laghi alla cima del Monte Lastroni si cammina per quasi 1 altro km e mezzo lungo il CAI 138 (1 ora da tabella), 350 D+.
Dislivello TOTALE 550 D+, lunghezza TOTALE solo andata 4,5 km.
Punto di appoggio dove riposarsi e mangiare qualcosa è il Rifugio Sappada 2000 (sempre aperto nel periodo estivo).
Camminata adatta a:
Grazie all’aiutino della seggiovia, la camminata fino ai laghi è decisamente facile e adatta a tutti, anche ai più pigri.
Volendo allungare la passeggiata fino al Monte Lastroni, la camminata diventa un po’ più faticosa e lunga, ma non difficile (bambini dai 5-6 anni in su).
Raccomandate scarpe da trekking adeguate, cappellino e crema solare (tutta la camminata è in battuta di sole).
No passeggini.
Stagione consigliata:
Estate
Itinerario:
Con la comoda seggiovia bi-posti “Sappada 2000” (divisa in due tronconi) in pochi minuti si arriva al Rifugio Sappada 2000, collocato a 2000 m di quota, appunto.
Già da quassù il panorama sulle Dolomiti sappadine è splendido (lo sguardo spazia dalla Terza Piccola e Grande, al Clap Grande, al Monte Siera, alla Creta Forata, al Monte Cimon e a numerose altre vette), ma la nostra escursione deve ancora incominciare e ci incamminiamo, quindi, alle spalle del rifugio dove troviamo le indicazioni CAI 140 verso i laghi d’Olbe, prima tappa della camminata.
Inizialmente si scende lungo un tratto della pista da sci, dopodichè, seguendo le indicazioni per i laghi, si riguadagna quota iniziando a camminare lungo il sentiero vero e proprio che costeggia la parete rocciosa del Monte della Piana.
Si sale gradatamente mentre il panorama si apre sempre di più anche verso il Monte Lastroni, il Passo del Mulo e la Cresta del Righile sotto cui si trovano gli splendidi laghi. Arriviamo senza grossi strappi ad una bella radura di pini mughi e ci raccordiamo al sentiero che sale dalla Baita Rododendro (altra via d’accesso ai laghi, ma molto più lunga); in breve, tra bei ruscelletti che affiancano il sentiero, raggiungiamo l’ampia Casera d’ Olbe, ormai dismessa e utilizzata solo per le mucche.
Da qui manca ormai davvero poco alla nostra prima tappa dell’escursione, infatti con un ultimo sforzo in salita, raggiungiamo una piccola chiesa con campana dietro la quale compare all’ improvviso davanti a noi, in tutta la sua bellezza, il più grande dei laghi d’ Olbe, quello più orientale (quota 2156 m). I laghi sono infatti tre e sorgono sul vasto altopiano d’ Olbe costituito da piccole alture, ampi catini e ripiani erbosi sotto la Cresta del Monte Righile che si protende fino al Monte Ferro.
Le loro verdi acque cristalline riempiono il fondo di antiche conche risalenti all’ultima glaciazione. Dei tre laghi il più occidentale è una specie di stagno, quello centrale è piccolo e poco in vista (lo si nota bene salendo verso il Monte Lastroni), quello più a est è sicuramente il più affascinante e il più profondo.
Dopo esserci riempiti gli occhi di tanta bellezza, abbiamo deciso di proseguire lungo il CAI 138, il sentiero delle portatrici carniche che indica 1 ora per raggiungere la cima del Monte Lastroni che fa capolino sopra di noi.
Man mano che si sale la vista sui laghi (ora si può ammirare bene anche il secondo, quello centrale) è sempre più ampia e il panorama è davvero qualcosa di indescrivibile.
Il sentiero non ha difficoltà, soltanto l’ultimo tratto richiede un minimo di agilità e attenzione in più dal momento che si sale su qualche roccetta (no tratti esposti) fino alla cresta che conduce alla croce della cima (quota 2449 m). Lo sguardo spazia a 360°: dal Monte Rinaldo, al Monte Franza, al Peralba, al Pic Chiadenis e sulle Dolomiti di Sappada.
Valeva davvero la pena arrivare fin quassù! Accanto alla croce c’è anche il libro di vetta dove i bambini hanno lasciato con orgoglio le loro firme.
Si rientra alla seggiovia lungo lo stesso sentiero dell’andata.



















