Posta alle pendici sud ovest della maestosa Amariana, l’Amarianute non ha nulla di meno rispetto a cime più “prestigiose”: è una cima super panoramica raggiungibile lungo due splendidi sentieri rimessi a posto in maniera impeccabile grazie al lavoro di volontari dopo l’incendio del 2003.
Avvicinamento:
Percorrendo la statale n.52 in direzione Tolmezzo, superato Amaro si imbocca a destra la strada per Pissebus.
Oltrepassata la galleria di Sasso Tagliato e l’incrocio con la vecchia ferrovia, dopo alcune case in prossimità di un ponte, si stacca sulla destra una strada bianca (m 303, bollo rosso sul paracarro, parcheggio lungo la strada). Qui si trova anche il cartello CAI 462 con l’indicazione per la cima dell’Amarianute.
Dislivello, tempo di percorrenza, punti di appoggio:
La camminata è lunga circa 6,5 km, ha un dislivello di 700 m e il tempo di percorrenza indicativo è di 2 ore abbondanti. Non sono presenti punti di appoggio lungo il percorso.
Camminata adatta a:
E’ una camminata impegnativa, adatta a famiglie e a bambini allenati e con esperienza di montagna. Il percorso non ha tratti esposti, ma il sentiero è ripido e il dislivello richiede una buona gamba.
Stagione consigliata:
Primavera e autunno
Itinerario:
Lasciata l’auto lungo la strada, in prossimità del cartello CAI 462 si imbocca sulla destra la strada bianca sterrata che sale con pendenza lieve e ad un primo bivio ci si tiene a destra entrando in una macchia di pino nero.
Poco più avanti ci si trova davanti ad un secondo bivio segnalato: a destra si stacca il “Troi di Martin” mentre a sinistra inizia il “Troi di Cjadin”. Entrambi i sentieri conducono alla cima dell’Amarianutte, infatti è possibile fare un anello. Con i bambini, però, è preferibile percorrere il Troi di Martin sia in salita che in discesa perché il Troi di Cjadin è più ripido e meno marcato.
Da questo bivio inizia la salita vera e propria con il sentiero che in diagonale interseca un piccolo impluvio sassoso. Con una serie di svolte si sale lungo una rampa inclinata e la salita ora prosegue sempre più decisa nel bosco fino ad arrivare ad un cartello che segnala una deviazione sulla destra per un belvedere a quota 768 m: troviamo anche un bel tavolo di legno con due panche che invitano a fare una meritata pausa e a riprendere fiato. Già da qui si apre uno splendido panorama sulla conca tolmezzina.
Recuperate le energie, ora ci aspetta l’ultimo tratto per arrivare in cima, caratterizzato da alcuni passaggi un po’ ripidi. Ma con calma e passo costante, la meta finale non tarderà ad essere raggiunta!
Tornati sui propri passi, dunque, si riprende a salire e dopo qualche svolta la pendenza si fa molto marcata: ora si affronta la parte più ripida e impegnativa della salita.
La mole dell’Amariana inizia a farsi vedere di fronte a noi e a sembrare sempre più vicina: arrivati ad una bellissima cresta in prossimità della cima, ci si ritrova a camminare su una specie di corridoio naturale delimitato da faggi e pini neri (qui fare particolare attenzione).
Ormai mancano davvero pochi metri per arrivare al “traguardo”: eccola lì spiccare, sul punto più alto, la croce dell’Amarianute a quota 1083 m con un ometto di sassi e il libro di vetta!
La posizione di questo minuscolo sperone offre una vista impareggiabile sulle pendici dell’ Amariana che da qui possiamo ammirare in tutta la sua imponenza.
Arrivare fin quassù è stato indubbiamente faticoso, ma la soddisfazione e la bellezza del panorama, hanno ripagato ampiamente tutta la fatica della salita.
Per scendere si ripercorre con attenzione il sentiero dell’andata.














