Questa camminata, in Val Pesarina, è adatta nella prima parte, fino alla casera di Mimoias, a tutti, mentre per raggiungere il Campanile di Mimoias è richiesto un buon allenamento. Noi abbiamo fatto un anello salendo seguendo il Cai 202 e scendendo attraverso il 201 (sentiero degli Sbilfs).
Avvicinamento: Superato Ovaro si seguono le indicazioni per la Val Pesarina. Dopo Pesariis si supera Pra Di Bosco fino a raggiungere Pian della Casa, dove c è un ristorante e un ampio parcheggio.
Dislivello e tempo di percorrenza: Il dislivello è di poco più di seicento metri, per tutto l’anello e richiede un tempo di percorrenza, escluse le soste, di circa 4 ore. Per Casera Mimoias, invece il tempo necessario tra andata e ritorno è di poco meno di due ore e il dislivello è di 400 metri.
Itinerario: Da Pian di Casa si segue il sentiero per Casera Mimoias che sale con decisione all interno del bosco. Al bivio teniamo.la sinistra: il sentiero di destra, che conduce rifugio De Gasperi, lo useremo per la discesa.
Continuiamo a salire osservando anche alcuni alberi sradicati dalla tempesta Vaia, fino a raggiungere, a quota 1600 metri, casera Mimoias incorniciata dalle Dolomiti Pesarine. (Gli ultimi metri prima della casera attenzione all’erba alta).
La camminata per i bimbi alle prime uscite può finire qua con un bel pic nic vista montagne.
Per godere del panorama sul campanile di Mimoias, però bisogna faticare ancora un po’. Si scende per qualche decina di metri lungo la pista forestale che porta alla casera fino a trovare il segnavia, sulla destra, che porta verso il passo Elbel. Superato il torrente il sentiero torna nel bosco per poi aprirsi una volta raggiunta quota 1800. Proseguendo in dolce salita si cammina fino alla base del Campanile, da dove in 15 minuti si può raggiungere passo Elbel che collega la Val Pesarina con Sappada.
Noi invece abbiamo continuato lungo il sentiero principale, prestando molta attenzione nel superare un ghiaione. Raggiunto il bivio con il sentiero 201 ci siamo goduti in discesa gli sbilfs di legno posizionati tra gli alberi da Simone, gestore del De Gasperi.