Camminata abbastanza impegnativa nel tarvisiano che ripaga, però, di tutta la fatica regalando una vista da togliere il fiato sulle Alpi Giulie.
Avvicinamento:
Provenendo da Udine, si esce dall’autostrada A23 a Valbruna-Malborghetto e si seguono poi le indicazioni per la Val Saisera fino a trovare, sulla sinistra, il cartello indicante il Rifugio Pellarini. Si lascia la macchina dove finisce la strada (parcheggio 2).
Dislivello, tempo di percorrenza, punti di appoggio:
Si tratta di una camminata mediamente impegnativa, sia per la lunghezza (4,8 km solo andata), sia per il dislivello (650m.circa) che richiede, quindi, un buon allenamento di base. Le tabelle CAI indicano 2 ore per arrivare al Rifugio: noi ci abbiamo impiegato 2 ore 40 a passo di bambino e facendo varie soste. La camminata si svolge per una buona parte iniziale su strada forestale e nella parte finale su sentiero. A luglio 2021 è stato creato un nuovo sentiero, tracciato con impegno e passione dal gestore del rifugio. Si tratta di una variante leggermente più lunga (una decina di minuti in più ma con lo stesso dislivello di quello “ufficiale”. La partenza coincide con il CAI 616 sulla pista forestale: il bivio si trova ben segnalato da cartelli sulla destra.
Punto di appoggio il bellissimo Rifugio Pellarini a quota 1500m. Periodo di apertura da giugno a settembre.
Camminata adatta a:
Bambini che possono essere portati in marsupi/zaini o che hanno già un buon allenamento in montagna (dai 5-6 anni in su). Camminata non fattibile con passeggini.
Stagione consigliata:
Estate
Itinerario:
Dal parcheggio, si imbocca la strada interdetta al traffico e sulla sinistra si attraversa il ponte sul torrente Saisera. Ci si trova sulla pista che sale al Monte Lussari e la si percorre fino a trovare, sulla destra, l’indicazione CAI 616 in direzione del Rifugio Pellarini. La parte iniziale della camminata si sviluppa su strada forestale abbastanza ampia che sale con una buona pendenza all’interno di un bosco di faggi e abeti. Superato un piccolo rio, si arriva al Pian dei Carboneri (1150m.) dove si trova la base della teleferica che serve il rifugio. Da questo punto in poi, la strada forestale diventa sentiero: si procede sulla sinistra camminando alla base di un imponente zoccolo roccioso (ci sono anche dei tratti con passamano in corda per rendere più agevole la salita) fino ad arrivare ad un bivio. Si tralascia a sinistra l’indicazione per Sella Prasnig e si continua invece sulla destra (da qui mancherà poco più di mezzora al rifugio). Si interseca un ghiaione scaricato dalle Cime delle Rondini camminando ancora nel bosco finchè l’ambiente si apre sempre più lasciando intravedere la nostra meta finale insieme alla massiccia parete dello Jof Fuart. Ancora qualche svolta e si raggiunge lo sperone dove è collocato il Rifugio Pellarini (quota 1500m.): un meraviglioso balcone panoramico che offre una vista spettacolare sullo Jof Fuart, il Grande e Piccolo Nabois, la Madre dei Camosci e la Cima di Riofreddo. Verso valle si apre la vista su Valbruna, lo Jof di Miezegnot , Cima Cacciatore e l’Osternig in lontananza.
Il Rifugio è stato costruito nel 1924, successivamente ingrandito nel 1960 e poi rifatto completamente negli anni ’90. Siamo stati accolti dai gestori con grande ospitalità e abbiamo fatto provare ai bambini l’indimenticabile esperienza di trascorrere una notte in rifugio.
Sella Carnizza (solo per famiglie esperte)
La mattina seguente, ben riposati e rifocillati dalla ricca colazione del rifugio, abbiamo deciso di raggiungere Sella Carnizza che dista 1 ora dal Rifugio con un dislivello di 270m.
Questa è un’escursione che consigliamo solo a chi è già un po’ esperto di montagna per la presenza di alcuni tratti attrezzati tra le rocce.
Il sentiero CAI 618 ,che sale alla sella, parte alle spalle del rifugio: si cammina per un lungo tratto con una pendenza marcata al cospetto delle imponenti cime che ci sovrastano. Lungo il percorso, caratterizzato da erbe, mughi e rocce, ci sono ancora delle zone innevate molto suggestive. Man mano che si sale, il rifugio scompare dalla nostra vista mentre si apre sempre di più il panorama sulla Carnizza di Camporosso, la conca compresa tra le pareti del Grande Nabois, dello Jof Fuart e della Cima di Riofreddo. Il tratto finale prima di arrivare alla sella, avviene in uno stretto canale roccioso con qualche passaggio un po’ impegnativo che richiede attenzione. Non ci sono comunque tratti esposti. La vista che si apre dalla Sella Carnizza (quota 1767m.) è mozzafiato: le Cime del Vallone e in lontananza il Mangart e lo Jalovec.
Si rientra lungo lo stesso percorso dell’andata.
Bella escursione per combattere il caldo!
"Mi piace""Mi piace"