Il punto di partenza di questa escursione è il Passo Tre Croci (quota 1805), il valico delle Dolomiti che mette in comunicazione la valle del Boite e Cortina d’Ampezzo con Misurina, Auronzo di Cadore e la val d’Ansiei.
Lasciata l’auto lungo la strada (non c’è un parcheggio vero e proprio), si imbocca il sentiero CAI 215 che conduce al Rifugio Vandelli e al Lago Sorapis (1923m.).
Il dislivello della camminata è relativamente poco (200m. considerando i vari saliscendi del percorso) e la lunghezza è di circa 6km in salita e altrettanti in discesa: ma non bisogna lasciarsi trarre in inganno da quella che solo in apparenza può sembrare una camminata facile e alla portata di tutti. Non è così!
Al contrario, il percorso presenta tratti attrezzati con cavi metallici e alcuni punti esposti che richiedono prudenza, passo sicuro e un minimo di esperienza. La montagna non va mai sottovalutata e, soprattutto, il nostro consiglio è di valutare sempre il grado di allenamento e preparazione fisica della propria famiglia.
Il primo tratto si sviluppa su strada forestale che si dirama poco dopo il passo nel versante di Auronzo.
Bosco bellissimo, stradina in leggerissima discesa, bellissime vedute sulle guglie del Cristallo-Popena e, in lontananza, su Musurina e le Tre Cime di Lavaredo.
Dopo aver oltrepassato il guado del ghiaione di un grande vallone, si cammina su sentiero generalmente pianeggiante, ma con qualche ripida rampa che taglia alti versanti ai piedi di grandiose pareti verticali. Segue il tratto più impegnativo.
Dopo un paio di ripide rampe, il sentiero si affaccia sul profondo vallone del Rio Sorapis. A questo punto è necessaria gran concentrazione: si incontrano infatti alcuni tratti attrezzati con cordino metallico – il primo su roccia scivolosa– a cui seguono alcune scale per superare dei risalti rocciosi ed infine un tratto di qualche centinaio di metri in una stretta cengia pianeggiante attrezzata con cavo metallico.
Non ci sono vere difficoltà (e non serve il set da ferrata), tuttavia impressiona l’esposizione sulla quasi verticale (e profondissima) parete totalmente ricoperta dai mughi.
La parte “difficile” è finita e la spettacolare meta finale è sempre più vicina. Il sentiero in leggera salita s’insinua tra roccioni, radi larici e grandiose estensioni di mughi: superate ancora un paio di roccette scivolose, due tornanti in mezzo al bosco indicheranno che ormai siamo praticamente arrivati. Ancora pochi minuti di strada pianeggiante (superato l’innesto per i sentieri 223 e 216 che conducono rispettivamente ai Tondi di Faloria e alla Forcella Marcoira) e finalmente si arriverà al bivio per il lago Sorapis (m. 1923) e il Rifugio Vandelli (1926m.): due minuti di cammino e la nostra meta ci accoglierà in tutta la sua bellezza.
Il lago Sorapis non sembra quasi reale con quell’azzurro intenso e corposo e sorprende di trovarlo lì, all’improvviso, proprio dietro una cunetta… Bianche pietre affiorano dalla superficie, rendendo ancora maggiore il contrasto con le acque e le cime tutt’intorno, compreso il Dito di Dio (m. 2603) che sembra posto a sua guardia: un anfiteatro di pietra praticamente unico che almeno una volta nella vita bisogna ammirare!
Qui si può consumare tranquillamente un bel pic-nic, magari nella parte più meridionale, dove sorge una bella spiaggetta, in corrispondenza del sentiero che risale il ghiaione verso il Rifugio Tondi, visto che la parte d’arrivo è molto frequentata. Oppure si può anche decidere di andare direttamente al Rifugio Vandelli (m. 1926), a due minuti di distanza, per gustare qualche buona pietanza tipica godendo del panorama eccezionale verso Misurina e il suo lago.
In piena stagione estiva (luglio e agosto), questi luoghi sono gettonatissimi e molto frequentati, per cui l’ideale per goderseli è arrivare quanto prima, entro almeno le 11 del mattino: per tornare indietro, spesso si forma la fila, dovuta ai frequenti incontri tra chi sale e chi scende. In ogni caso è assolutamente un posto da vedere: il lago Sorapis, con le sue splendide acque turchesi, certamente vi stupirà e rimarrà impresso nella vostra memoria.